È un vero e proprio “supertrio” del “mainstream”, ovvero quel jazz che s’è conquistato un’aurea di classicità al di fuori delle mode.
Il trio è guidato dal settantenne e leggendario contrabbassista Ron Carter collaborato da due straordinari musicisti, più giovani di lui ma altrettanto acclamate “star”, il pianista Donald Vega e il chitarrista Russell Malone.
Nato il 4 maggio 1937 nel Missouri, Ronald Levin Carter inizia lo studio del violoncello a dieci anni.
Lo abbandonerà nel 1954, passando al contrabbasso.
La crescente passione per il jazz lo induce a trasferirsi a New York, dove s’iscrive alla Manhattan School of Music e si mette subito in luce entrando nel quintetto di Chico Hamilton.
Partecipa quindi ad incisioni storiche a fianco di Eric Dolphy e Don Ellis. Lavora in seguito come “free lance” con Randy Weston, Thelonious Monk e Cannonball Adderley.
Nel 1963, dopo una breve permanenza nel gruppo di Art Farmer, entra nel quintetto di Miles Davis, iniziando così il più importante connubio artistico della sua carriera.
Fanno parte di questa leggendaria band, oltre a Carter e Davis, Herbie Hancock, Tony Williams e Wayne Shorter.
In cinque anni straordinari il quintetto incide una serie di album storici, fra cui «Miles Smiles», «Nefertiti» e «Filles de Kilimanjaro».
Lasciato Davis nel 1968, diventa il contrabbassista più richiesto della scena jazz.
Suona ed incide, fra gli altri, con Sonny Rollins, Wes Montgomery, Herbie Hancock, Jim Hall (con cui forma uno splendido duo) e Wynton Marsalis.
A partire dal 1972 Carter comincia a lavorare sempre più spesso con proprie formazioni, sperimentando soluzioni ritmico–melodiche originali quanto avanzate.
Possiede una tecnica strumentale pressoché perfetta, sia dal punto di vista ritmico che melodico, che prevede un utilizzo a tutto campo delle risorse dello strumento.
Fra i più grandi accompagnatori di tutti i tempi, ha saputo stupire anche per la profondità del suo lavoro da leader.
Il suo stile è una perfetta sintesi di classe ed eleganza.
Il suo “walking”, dotato di stupefacente fluidità, viene sempre punteggiato in maniera ricca e densa, al fine di poter conferire all’accompagnamento uno swingpoderoso e allo stesso tempo assolutamente riconoscibile.
Sono notevoli allo stesso modo, per la visione armonica e l’impatto melodico, i suoi assoli con l’archetto.