È uno straordinario musicista, compositore, arrangiatore e insegnante, non ancora quarantenne, è sicuramente uno degli interpreti più convincenti affermati contrabbassisti del jazz mondiale.
Ha vinto 3 volte il Grammy Award.
Nel 1989 si trasferisce da Philadelphia, sua città natale, a New York City per approfondire gli studi classici presso la Juilliard School dalla quale viene subito notato dal sassofonista, Bobby Watson.
Da allora, l’elenco delle collaborazioni di McBride è stupefacente.
Come sideman nel mondo del jazz ha lavorato con Freddie Hubbard, Sonny Rollins, JJ Johnson, Ray Brown, Milt Jackson, McCoy Tyner, Roy Haynes, Chick Corea, Herbie Hancock e Pat Metheny.
Nel mondo del R & B non solo ha suonato ma anche arrangiato per Isaac Hayes, Chaka Khan, Natalie Cole, Lalah Hathaway, e per il solo e unico padrino del soul stesso, James Brown.
Nel pop / rock mondiale ha ampiamente collaborato con Sting, Carly Simon, Don Henley, e Bruce Hornsby.
Nel 2011, con il cd “The Good Feeling” Christian ha raggiunto un altro importante traguardo: la sua prima registrazione come leader di una big band.
Completano il Trio due altrettanto talentuosi musicisti Christian Sands al Piano e Ulysses Owens alla batteria
La ConTurBand è una Marching Band, cioè una band di strada, costituita da 15 elementi tra fiati e percussioni.
Il progetto unisce alla tradizione bandistica delle bande del Meridione d'Italia, la lezione delle street band americane di New Orleans.
Ne nasce un repertorio musicale decisamente originale che va dalla musica dei neri d’America, ovvero funk, jazz, blues, alla samba latino-americana, fino ad arrivare ai travolgenti ritmi balcanici e ai suoni della tradizione cantautorale italiana.
Ma oltre al repertorio, la ConTurBand dedica grande attenzione alla dinamicità, alla fisicità, con l’obiettivo di dare movimento ai suoni.
Pertanto le loro esibizioni, naturalmente in strada, senza l’ausilio di amplificazione, sono un continuo comunicare con la gente, trasmettendo la propria energia e chiederne altrettanta al pubblico, muovendosi e sudando insieme.
La ConTurBand si è esibita in moltissimi eventi di caratura nazionale, in diverse Regioni d'Italia (https://www.dienneti.it/).
È un vero e proprio “supertrio” del “mainstream”, ovvero quel jazz che s’è conquistato un’aurea di classicità al di fuori delle mode.
Il trio è guidato dal settantenne e leggendario contrabbassista Ron Carter collaborato da due straordinari musicisti, più giovani di lui ma altrettanto acclamate “star”, il pianista Donald Vega e il chitarrista Russell Malone.
Nato il 4 maggio 1937 nel Missouri, Ronald Levin Carter inizia lo studio del violoncello a dieci anni.
Lo abbandonerà nel 1954, passando al contrabbasso.
La crescente passione per il jazz lo induce a trasferirsi a New York, dove s’iscrive alla Manhattan School of Music e si mette subito in luce entrando nel quintetto di Chico Hamilton.
Partecipa quindi ad incisioni storiche a fianco di Eric Dolphy e Don Ellis. Lavora in seguito come “free lance” con Randy Weston, Thelonious Monk e Cannonball Adderley.
Nel 1963, dopo una breve permanenza nel gruppo di Art Farmer, entra nel quintetto di Miles Davis, iniziando così il più importante connubio artistico della sua carriera.
Fanno parte di questa leggendaria band, oltre a Carter e Davis, Herbie Hancock, Tony Williams e Wayne Shorter.
In cinque anni straordinari il quintetto incide una serie di album storici, fra cui «Miles Smiles», «Nefertiti» e «Filles de Kilimanjaro».
Lasciato Davis nel 1968, diventa il contrabbassista più richiesto della scena jazz.
Suona ed incide, fra gli altri, con Sonny Rollins, Wes Montgomery, Herbie Hancock, Jim Hall (con cui forma uno splendido duo) e Wynton Marsalis.
A partire dal 1972 Carter comincia a lavorare sempre più spesso con proprie formazioni, sperimentando soluzioni ritmico–melodiche originali quanto avanzate.
Possiede una tecnica strumentale pressoché perfetta, sia dal punto di vista ritmico che melodico, che prevede un utilizzo a tutto campo delle risorse dello strumento.
Fra i più grandi accompagnatori di tutti i tempi, ha saputo stupire anche per la profondità del suo lavoro da leader.
Il suo stile è una perfetta sintesi di classe ed eleganza.
Il suo “walking”, dotato di stupefacente fluidità, viene sempre punteggiato in maniera ricca e densa, al fine di poter conferire all’accompagnamento uno swingpoderoso e allo stesso tempo assolutamente riconoscibile.
Sono notevoli allo stesso modo, per la visione armonica e l’impatto melodico, i suoi assoli con l’archetto.
Emanuele Primavera
Ennese di nascita, fin da piccolo coltiva la sua grande passione per la musica, dapprima con gli studi classici di pianoforte poi, a sedici anni, con ciò che si rivelerà il suo vero sogno artistico e professionale, ossia lo studio della batteria e l'amore per il jazz.
Si trasferisce a Roma per frequentare l'Università della Musica ove studia con Ettore Mancini e Fabrizio Sferra; frequenta diversa seminari e workshops tra cui quello del Beerkley in Umbria 2003, ove consegue una borsa di studio; ha partecipato a seminari con artisti del calibro di Elvin Jones, Paul Motian, Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto e partecipa a corsi specialistici per formazione jazz in trio, come quello tenutosi in occasione del Siena Jazz.
Nel 2012, con il suo quartetto Line Out Quartet, vince il primo premio e due premi del pubblico al Concorso Nazionale "Chicco Bettinardi", concorso dedicato ai nuovi talenti del jazz italiano, dopo aver conseguito l'anno precedente il ragguardevole risultato di un secondo posto in classifica.
Ha suonato e collabora con Steve Grossman, Davide Kikoski, Salvatore Bonafede, Francesco Cafiso, Francesco Bearzatti, Ares Tavolazzi, Rosario Giuliani, Daniele Scannapiecoe molti altri.
Alessandro Presti
Messinese, classe 88, inizia lo studio della tromba all'età di 5 anni.
Dopo il diploma con il massimo dei voti al Conservatorio di Messina, si avvicina al jazz e consegue la specializzazione presso la fondazione Siena Jazz, sotto la guida di Claudio Corvini e Marco Tamburini.
Nel 2010 vince il terzo premio al concorso per solisti jazz al "Vittoria Jazz Award".
Nel 2011 vince il premio del pubblico e il premio della critica al concorso per solisti jazz "Chicco Bettinardi".
Dal 2010 collabora con la scuola di musica come docente di tromba presso la scuola di musica "Palermo Jazz". Dal 2009 collabora con musicisti come Massimo Moriconi, Dario Carnovale, Paolino Dalla Porta, Mario Biondi, Orazio Maugeri, Fabio Zeppetella, Ellade Bandini, Marcello Pellitteri.
Compositore di notevole spessore, ottimo arrangiatore, Giovanni Amato è un musicista dotato di uno swing eccezionale unito ad uno scorrevolissimo fraseggio boppistico.
Il tocco morbido e potente, la musicalità versatile e spontanea sono le sue peculiarità.
Giovanni Amato nasce a Nocera Inferiore in provincia di Salerno, dove inizia a suonare la tromba all'età di otto anni sotto la guida di suo padre, anch'egli musicista.
E proprio ascoltando la sua collezione di dischi che presto si appassiona al jazz, e su questi incomincia ad improvvisare.
Si diploma nell'89 al conservatorio di Salerno con il massimo dei voti.
Dal 1990 inizia per Giovanni un'intensa attività concertistica che lo introduce nei grandi circuiti Italiani ed internazionali.
Numerose le collaborazioni con musicisti quali: Danilo Perez, Lee Konitz, Gary Peacoc, Steve Grossman, George Garzone, Bill Hart, Jerry Bergonzi, Tom Harrell, Peter Eskine, Tony Scott, Mike Goodrich, Ronnie Cuber, Diane Schuur, Kirk Lightsey, Vincent Herring, Randy Brecker, Avishai Cohen, Kevin Mahogany, Richard Galliano, Bob Mover, Gene Jackson, Kenny Davis, Giovanni Tommaso, Roberto Gatto, Maurizio Gianmarco, Dado Moroni, Rita Marcotulli, Danilo Rea, Antonio Faraò, Francesco Cafiso.
È il vincitore assoluto dell ‘ “Italian Jazz Awards 2009” (migliore artista jazz Italiano dell’anno).
L’artista, con le sue formazioni, suona stabilmente nei principali jazz club, teatri e jazz festival del mondo.
Gli standard eseguiti sono completamente rivisitati da Amato, leader della band, trasformandoli in nuove composizioni per un concerto che soddisfa pienamente le aspettative del pubblico più esigente.
I quattro musicisti sono legati da una personale amicizia di vecchia data e questo incide positivamente sulla qualità della musica, nell'interpretazione e nell'improvvisazione.
La musica diventa un dialogo tra i quattro e il pubblico e magicamente l'armonia e la melodia si fondono per dare vita ad uno spettacolo di grande comunicazione, senso dello swing e superba tecnica strumentale.
Nato a L'Avana, figlio di un popolare cantante e presentatore televisivo, Rodriguez si è diplomato al Conservatorio Amadeo Roldán, e poi l'Instituto Superior de Arte.
La sua educazione musicale è stata strettamente classica, ma ha appreso i segreti della musica cubana suonando nella band del padre fin da quando aveva 14 anni.
Preso si è avvicinato al jazz, folgorato da The Köln Concert di Keith Jarrett, e nel 2006 è stato scelto per suonare al Festival Jazz di Montreux.
Lì ha incontrato Quincy Jones che è subito rimasto colpito da suo talento e lo ha invitato ad unirsi a lui.
Nel 2009, mentre era in Messico per suonare con il padre, Rodríguez ha fatto la sua scelta e ha preso un volo per Laredo, Texas, dove è stato arrestato e trattenuto dalla polizia di frontiera.
«Non avevo nulla: una valigia con un maglione, un paio di jeans e la mia musica - racconta il pianista - e quando mi hanno intervistato ho detto loro la verità: volevo rimanere lì per scrivere e suonare, lavorare con Quincy Jones e iniziare la mia carriera».
THE INVASION PARADE
«Quando si vive nel proprio paese, si è immersi in quella realtà e non si è necessariamente consapevoli di tutti i diversi elementi che la rendono quello che è.
Ho respirato musica cubana.
Essere fuori da quella realtà mi dà una prospettiva diversa.
Scrivere e suonare questa musica è stato come scoprire chi sono, ancora una volta».
Così il pianista e compositore cubano Alfredo Rodríguez, che si è trasferito negli Stati Uniti nel gennaio 2009, descrive “On The Invasion Parade”, suo nuovo lavoro per l’etichetta Mack Avenue che segue il suo acclamato debutto “Sounds of Space” (MAC1064).
Co -prodotto da Quincy Jones, mentore e scopritore di Rodriguez, l’album vede la partecipazione di una band straordinaria che comprende la bassista e cantante Esperanza Spalding, il percussionista e cantante Pedrito Martínez e il batterista Henry Cole.
“The Invasion Parade” propone nove brani tra cui composizioni originali di Rodríguez e grandi classici come “Guantanamera”, “Veinte Años” e “Quizás, Quizás, Quizás”.
Il titolo “The Invasion Parade” si riferisce ad una tradizionale sfilata di carnevale che si tiene ogni anno a Santiago de Cuba per commemorare l'invasione dell'esercito di liberazione che ha segnato la fine della guerra d'indipendenza di Cuba.
In questa parata non partecipano solo i comparsas (gruppi di ballo e percussioni), ma anche tutti gli abitanti di Santiago che si uniscono alla festa suonando strumenti di fortuna e cantando brani improvvisati.
Questa atmosfera di festa, partecipazione e contaminazione risuona nei brani di questo album in cui Rodríguez esplora i diversi stili e ritmi della musica della sua terra.
Un viaggio alla riscoperta delle proprie radici attraverso cui Rodríguez delinea il proprio personale contributo alla musica cubana.
Chitarrista romano, ha studiato chitarra classica e jazz in Italia e negli Stati Uniti (borsa di studio per la facoltà di Jazz a Los Angeles, University of Southern California, docente Joe Diorio), frequentando inoltre seminari con George Garzone, Mike Stern, Adam Rogers.
Svolge un intensa attività sulla scena musicale italiana.
Ha lavorato e tutt'ora collabora con numerosi musicisti italiani (Salvatore Bonafede, Emanuele Smimmo, Andrea Biondi, Daniele Tittarelli, Maurizio Giammarco, Luca Pirozzi, Elvio Ghigliordini, Claudio Corvini, Mario Corvini, Piero Quarta, Mario Raja, Antonello Salis) e stranieri (George Garzone, Eddie Henderson, Michael Rosen, John Ramsey, Bob Gullotti, Amii Stewart).
È inoltre rinomato docente di chitarra jazz , presso Scuola di Musica " La musica", Scuola di musica "Neuma", scuola di musica "Viva Musica".
Nato a Philadelphia nel 1971, è da molti è considerato il chitarrista più importante della sua generazione.
La sua figura musicale è stata spesso accostata a quella di storici innovatori dello strumento quali Pat Metheny, John Scofield, John Abercrombie e Bill Frisell.
Nella sua produzione discografica Rosenwinkel ha sicuramente dato prova, accanto alle sue formidabili qualità esecutive e strumentali, di una visione compositiva e musicale decisamente innovativa e talvolta visionaria, che lo ha confermato al centro dell'attenzione della critica e gli ha procurato un vasto seguito di appassionati.
Tra le collaborazioni precedenti alla carriera di bandleader spiccano quelle con nomi storici come Gary Burton e Paul Motian.
Trasferitosi a New York nel 1991, Rosenwinkel ha inoltre avuto modo di essere parte e di contribuire all'evoluzione di una nuova scena di straordinari musicisti comprendente tra gli altri Brad Mehldau, Mark Turner, Ben Street, Larry Grenadier, Avishai Cohen, Jeff Ballard e Jorge Rossy.
Fanno parte della band Aaron Parks al piano, uno dei più brillanti giovani esponenti del proprio strumento attivi sulla nuova scena jazzistica USA, già al fianco tra gli altri di Terence Blanchard, Lage Lund e Mike Moreno;
Orlando Le Fleming al contrabbasso, musicista di grande esperienza che annovera tra le sue collaborazioni quelle con Antonio Sanchez, Branford Marsalis Quartet, Seamus Blake, Ari Hoenig, Gilad Hekselman, Will Vinson, Lage Lund, Anat Cohen, Joey Calderazzo, David Sanchez and Jeff “Tain” Watts;
Allan Mednard alla batteria, uno dei più fenomenali giovani batteristi segnalatisi negli ultimi anni sulla scena jazzistica internazionale.
È una vera e propria leggenda vivente del jazz.
Uno straordinario artista che con la sua musica ha attraversato epoche, generi e tendenze rimanendo sempre fedele al suo stile.
Lee Konitz è senza dubbio il più importante interprete dello stile cool sul sassofono contralto.
Maestro indiscusso dell’arte dell’improvvisazione, ha suonato con mostri sacri come Lennie Tristano (il suo mentore), Gil Evans, Gerry Mulligan e soprattutto Miles Davis.
Si è sempre messo alla prova in situazioni e contesti differenti, mantenendo negli anni un’impronta unica e riconoscibile.
Ancora oggi continua a stupire per la sua straordinaria originalità espressiva che lo ha portato già alla fine degli anni ‘40 ad essere considerato uno degli artisti più geniali del suo tempo.
Dagli anni ’60 ha affrontato una serie di esperienze decisamente d’avanguardia duettando con Elvin Jones, Eddie Gomez, Jim Hall, Dick Katz, Joe Henderson e Ray Nance.
Si è poi dedicato alla carriera da solista collaborando con i massimi esponenti del jazz: Charles Mingus, Bill Evans, Paul Motian, Michel Petrucciani, Paul Bley, Henri Texier, Charlie Haden, Ornette Coleman, Brad Mehldau, Dave Holland, Kenny Wheeler e Bill Frisell, solo per citarne alcuni.
In Italia ha duettato con grandi pianisti come Renato Sellani, Enrico Pieranunzi e Franco D’Andrea.
In carriera ha preso parte a più di 200 incisioni tra dischi a suo nome, collaborazioni e partecipazioni speciali.
Il Volcan, è potente e irruento super gruppo latin jazz formato da Gonzalo Rubalcaba, Giovanni Hildago, Horacio 'El Negro' Hernandez e Jose Armando Gola.
È una band di prodigiosi musicisti legati da una grande amicizia ognuno dotato di una vastissimo bagaglio musicale.
Gonzalo Rubalcaba, eccezionale pianista, nato nel 1963 all'Avana post-rivoluzionaria, è diventato una vera icona del mondo jazz moderno.
Vanta ben otto nomination ai Grammy e ha sicuramente dimostrato di essere una forza consolidata nel mondo del jazz moderno.
Talentuoso in ogni stile musicale, le sue creazioni musicali sono melodiose, ritmiche ed emozionanti.
Vanta più di 150 album all'attivo come leader o side-man.
Giovanni Hidalgo, leggendario percussionista di Puerto Rico vincitore di due Grammy – nel 1991 con l’ensemble Planet Drum e nel 1995 con Sandoval – ha stregato anche Dizzy Gillespie che lo volle nella sua United Nation Orchestra e Art Blakey.
Horacio 'El Negro' Hernandez è un grande musicista che rappresenta una nuova generazione di interpreti dopo i conterranei Arturo Sandoval, Paquito D'Rivera, Ignacio Berroa e altri.
Hernandez suona alla massima espressione della musica di oggi con abilità tecnica e versatilità.
Il suo stile alla batteria riflette anche una fiera eredità culturale che ha le radici nella tradizione popolare.
Anche lui vincitore di Grammy avendo partecipato a registrazioni con Michel Camilo, Roy Hargrove, Eddie Palmieri, Alejandro Sanz.
Jose Armando Gola anche lui nativo de L'Avana, ha iniziato a suonare il basso all'età di tredici anni.
Ha frequentato il Conservatorio Amadeo Roldan di Cuba.
Vincitore di due Grammy – con Arturo Sandoval e Alejandro Sanz – ha suonato anche con Ignacio Berroa e la pop star Jennifer Lopez.
Suona sia il basso acustico che quello elettrico in diverse formazioni e si è esibito a livello internazionale, suonando in molti dei più importanti festival del mondo.
Terra, aria, vento e fuoco, sono gli elementi che interagiscono nel vulcano a cui il quartetto dedica questo progetto, mettendo insieme un ampio e diversificato patrimonio musicale.
Con il progetto “La Banda”, ispirato alla tradizione bandistica tanto radicata in Sicilia, che ha fortemente influenzato la nascita del linguaggio jazzistico, Francesco Cafiso descrive in musica la sua terra, luogo di grandi ricchezze storiche e culturali, delle tante dominazioni, cerniera del Mediterraneo e crocevia d’Europa, caratterizzata da mille contraddizioni; una terra aspra, severa, eppure calda e accogliente.
È dedicato ai luoghi e alla cultura della terra in cui sono nato e ho scelto di vivere: 11 dipinti di un’unica isola raccolti in una suite da ascoltare tutta d’un fiato.
L’artista salirà sul palco insieme agli straordinari musicisti Giovanni Amato (tromba), Humberto Amésquita (trombone), Mauro Schiavone (piano), Giuseppe Bassi (contrabbasso) e Roberto Pistolesi (batteria) – e proporrà un viaggio musicale avventuroso e appassionante, descrivendo i colori, i sapori, i paesaggi e i costumi siciliani con la forza propulsiva e innovativa tipica del suo stile.
Oltre al sestetto, vede la partecipazione di altri dieci musicisti, fondamentali per creare quelle sonorità tanto evocative della mia terra, per me imprescindibili in questo progetto.